Lo Studio ARCHITETTURA SOSTENIBILE si occupa della progettazione, così come della ristrutturazione: la realizzazione delle vostre idee è il risultato naturale di esperienza, di professionalità e creatività sin dai primi anni '80.
La continua ricerca e lo studio di nuovi materiali e nuove tecnologie per l'impiego di materie prime naturali, unito alla conoscenza storico-artistica dei manufatti esistenti ci permette di realizzare ambienti sani, sostenibili e di elevata qualità.
Sostenibilità oggi ha una pluralità di significati, ma tutti ruotano intorno all'origine di ogni intenzione architettonica e progettuale: la persona. Parliamo di benessere psico-fisico, sociale, economico e di risorse, materiali ed energetiche. Con questo concetto si intende essere attenti anche ai rischi "interni", costituiti dalle varie emissioni inquinanti (sostanze chimiche, onde elettro-magnetiche, radiazioni ionizzanti, etc.), e per questo, i materiali utilizzati diventano fondamentali.
La sostenibilità delle strutture e dei materiali utilizzati non è solo una moda, ma una necessità che tiene conto delle relazione con l'ambiente circostante.
“L'architettura trova la sua esistenza primariamente nella nostra percezione spaziale”. Schopenhauer (1818)
“La proiezione delle percezioni corporee è il mezzo per interpretare il significato della forma”. 1870 Vischer
Ricostruiamo continuamente noi stessi all’interno dei contesti ambientali che scolpiscono e rimodellano, riprogettano i nostri sistemi biologici, a diversi livelli di profondità: noi proiettiamo noi stessi e i nostri modi di sentire e pensare nell’ambiente che a sua volta influenza e modifica il nostro modo di pensare e percepire.
Fisicamente e cerebralmente percepiamo tutto; ogni cosa appresa, in maniera coscia o inconscia, apporta una variazione nel nostro cervello, se non altro diventando parte della nostra memoria, quindi entrando a far parte di quel bagaglio di conoscenze, di esperienze passate che vengono chiamate in causa in ogni esperienza percettiva, come sistema di significati che di volta in volta attribuiamo alla realtà che ci si presenta.
Esiste un intervallo di circa 0,3 secondi durante la percezione della realtà in cui non siamo consapevoli dei significati che assorbiamo, solo un parte di quello che cogliamo nella realtà diventa parte della nostra coscienza, il resto lascia una traccia inconscia.
In termini neurologici è un tempo lunghissimo in cui siamo in balia di tutta una serie di stimoli sotto-sogliari, al di sotto della soglia dell’attenzione, che ci colpiscono, ma che non siamo in grado di valutare in maniera adeguata; questi sono in grado di modificare la rete di connessioni inter-neurali con cui il nostro cervello comunica al suo interno e con l’intero nostro corpo.
Questo comporta un’enorme responsabilità da parte di chi progetta e realizza gli spazi (manipola l’energia dei materiali, degli impianti e delle forme) in cui ciascuno vive quotidianamente, dalla propria abitazione, fino agli ambienti della città.
Il cervello ha scelto la LENTEZZA a fondamento dei più alti processi di pensiero: occorrono tempo e fatica per unire insieme le informazioni colte attraverso i sensi, quelle acquisite in maniera intuitiva e impulsiva e la nostra attitudine a dare una spiegazione razionale, a dare senso e significato all’apparente disordine dei sensi. Il cervello cerca di trovare logica e significato anche in situazioni che ne sono prive.
La costruzione del significato e di un giudizio sulla realtà richiede una serie di operazioni che non possono avvenire in maniera istantanea.
La ricerca è la condizione di curiosità o di vitalità impegnata che spinge tutti gli animali a esplorare il mondo in cerca di stimoli e di esperienze neuronali da cui imparare e con cui divertirsi; è un istinto emotivo, un richiamo primitivo e impulsivo che coinvolge le strutture cerebrali legate alle intuizioni, alla creatività artistica e alle sensazioni emotive.
Il cervello è un personaggio “pigro”, che si annoia facilmente, risponde sempre meno allo stesso stimolo: è un organo dinamico e tende a sopprimere stimoli che non presentano novità.
Se si immobilizza l’occhio meccanicamente o con l’utilizzo di farmaci in maniera che esso non possa più esplorare l’ambiente, il soggetto in breve tempo diventa transitoriamente cieco.
La vita moderna obbliga a comportamenti ripetitivi, a tempi determinati, favorendo l’instaurarsi di abitudini comportamentali che di fatto sono risposte automatiche all’ambiente.
Queste risposte automatiche sono una semplificazione delle risposte cerebrali con lo scopo di evitare errori e velocizzare le risposte.
La principale ragione sembra essere il risparmio di tempo, la ricerca di una risposta rapida e sicura e che non richiami l’attività di funzionamento di altre parti del sistema nervoso, come quelle che guidano le emozioni.
Le tecniche di trasmissione dell’informazione, la velocità negli spostamenti da luogo a luogo e le situazioni conseguenti di stress favoriscono l’automatismo.
Il messaggio importante si confonde con quello superfluo e dalla confusione nasce la ricerca di sicurezza nella risposta automatica.
I sensi forniscono le informazioni, ma la ragione le elabora e le interpreta. L’espressione e la comunicazione del pensiero richiedono tempo a livello del sistema nervoso.
Le architetture moderne sono esempi calzanti di questo istinto emotivo che porta alla ricerca continua della novità, dell’adrenalina, sono molto efficaci nel catturare l’attenzione, non perché coinvolgano maggiormente dal punto di vista emotivo-sensoriale, ma perché distolgono più facilmente il cervello dalla sua pigrizia, il loro scopo diventa imprimersi nella memoria come simbolo, icona, non serve che le capiamo, il loro intento è colpire più che significare.
La felicità e il benessere incrementano le nostre capacità mentali e riducono l’attenzione per eventi secondari, la tristezza o la depressione hanno l’effetto contrario di ritardare le attività neuronali dei nostri sistemi biologici: scopo del pensiero, del progetto e della costruzione dell’architettura è realizzare “spazi” in grado di godere in modo “lento e profondo” delle energie migliori e di coinvolgerci emotivamente e fisicamente al fine di farci stare bene, senza interferire con il nostro modo relazionarci con la realtà e con gli altri.
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